La combinazione di domanda di acciaio in rallentamento, se confrontata con l’andamento del 2018; la regionalizzazione dei mercati, innescata dai dazi e dal protezionismo a livello globale, e il clima di incertezza che sta investendo l’industria e la manifattura stanno mettendo alla prova la siderurgia italiana ed europea, dopo un biennio, il 2017-18, caratterizzato da un ritrovato ottimismo e da buone performance. Per rispondere alle difficoltà, è necessaria una collaborazione di filiera, dai produttori ai distributori, pur nell’ambito delle rispettive istanze.

È questo il messaggio che ha segnato l’apertura dell’ottava edizione di Made in Steel, che ha aperto oggi i battenti a fieramilano Rho (Milano), nei padiglioni 22 e 24.

Un invito alla collaborazione per affrontare le sfide odierne dell’acciaio è arrivato dai rappresentanti della filiera siderurgica.

«La sfida futura, globale e geopolitica, impone di avere un approccio riflessivo più evoluto, anche per superare all’interno della filiera alcune differenze che abbiamo quando ci troviamo di fronte a difficoltà congiunturali – ha affermato Riccardo Benso, presidente di Assofermet -. Penso alla “trade war” che sta avendo un impatto sui mercati. Affrontare i problemi insieme sarà molto stimolante».

«Proprio il concetto di filiera ci deve aiutare a uscire da questa tre giorni più forti e uniti, perché ogni giorno le cose nel mondo cambiano (nuovi impianti, riduzione dei costi…). Ma chi le governa, alla fine, è sempre l’uomo» ha detto Alessandro Banzato, presidente di Federacciai.